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A spasso per il Lazio: la Tuscia viterbese

Ed eccoci giunti nella Tuscia viterbese, l’antica terra degli etruschi.

La rubrica “A spasso per il Lazio” è dedicata questa volta alla Provincia di Viterbo, meta ideale per trascorrere un rigenerante weekend, alla scoperta di tradizioni e folclore, ma anche di natura e benessere.

La Tuscia viterbese è una delle zone più affascinanti del Lazio e d’Italia, con borghi d’altri tempi, splendide ville, palazzi suggestivi, zone archeologiche, misteriosi parchi e antiche necropoli.

Partiamo allora proprio da Viterbo, la città dei papi, che ospitò oltre 40 papi durante tutto il Medioevo e il Rinascimento. Il Palazzo dei Papi, da cui il papa si affacciava per impartire la benedizione ai fedeli, è la massima espressione dell’architettura gotica, nonché il più importante monumento della città.

Lungo le strade del più vasto centro storico medievale d’Europa, cinto da massicce mura e torrioni, si possono osservare palazzi in pietra, archi, aie e logge. L’eleganza delle chiese e dei palazzi fa percepire un senso di antica aristocrazia e dà quasi l’impressione di essere su un set cinematografico.

Passeggiando nel quartiere San Pellegrino, è possibile ammirare il tipico “stile viterbese” del Palazzo degli Alessandri, dell’antica torre e di Casa Poscia.

Ma quando si tratta di Viterbo è impossibile non nominare la festa di Santa Rosa, patrona della città. La Macchina di Santa Rosa, riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, è una macchina votiva alta 30 metri e pesante oltre 5000 chili, che ogni anno, la sera del 3 settembre, viene portata a spalla per circa un chilometro da un centinaio di coraggiosi facchini.

È uno spettacolo ricco di emozioni e suggestioni, al quale da più di settecentocinquanta anni, assistono migliaia di spettatori, provenienti da ogni parte del mondo.

E dopo una giornata di cultura, un bel bagno nelle acque calde delle Terme dei Papi, è proprio ciò che ci vuole.

Nei paraggi, si trovano numerose sorgenti termali conosciute fin dall’antichità e apprezzate, in passato, persino da illustri personaggi del mondo cattolico. Oltre alle strutture a pagamento, si possono raggiungere anche le terme libere e gratuite, come le Terme del Bullicame e le Piscine Carletti.

Il meritato relax ci ha fatto recuperare l’energia giusta per andare alla scoperta dei dintorni di Viterbo.

Soprattutto se si è in compagnia di bambini, vale la pena raggiungere il Parco dei Mostri di Bomarzo, un parco naturale ornato da sculture bizzarre, come orchi, draghi, case inclinate e animali mitologici.

Tra il lago di Bolsena e la valle del Tevere, si trova uno dei borghi più belli d’Italia, Civita di Bagnoregio, conosciuta come la città che muore. È un borgo di origine etrusca, unito al resto del mondo da un ponte che sembra sospeso tra le nuvole, accessibile solo a piedi.

Un’altra cittadina che conserva il suo aspetto medievale è Tuscania, nelle cui piazze e vicoli, da una decina di anni a inizio di luglio, si svolge la Festa della Lavanda. Non tutti sanno che la Tuscia è, infatti, una delle regioni più grandi per la produzione di lavanda biologica. Qui, oltre ad assistere alle dimostrazioni sulla raccolta e sull’impiego del fiore profumato, si può visitare l’Abbazia cistercense di San Giusto, un luogo magico, circondato da campi di lavanda.

A metà strada fra Viterbo e Roma, c’è poi Calcata, unica per le sue piccole case scavate nel tufo, le botteghe e i laboratori di artigianato. E per chi ama le passeggiate all’aria aperta, non può mancare una visita alle Cascate del Monte Gelato, una paradiso all’interno dell’area protetta del Parco Regionale Valle del Treja, esempio di vegetazione lussureggiante e paesaggi incantevoli.

La Tuscia Viterbese custodisce anche due laghi vulcanici, Vico e Bolsena.

Il lago di Vico, circondato dai monti Cimini, è ricco di faggi, aceri, querce, noccioleti e castagneti da frutto, che contribuiscono in ogni stagione alla bellezza del paesaggio. Da esplorare poi a piedi, in bicicletta, a cavallo o in barca, sono gli antichi borghi che sorgono sulle rive del Lago di Bolsena, il più grande lago vulcanico d’Europa.

Terminiamo il nostro tour con il Parco naturalistico archeologico di Vulci, antica città etrusca che sorge sulle rive del Fiume Fiora. Qui hanno luogo, non solo scavi e ritrovamenti ma anche concerti e passeggiate sotto le stelle. Se il laghetto del Pellicone, raggiungibile tramite un percorso lungo il fiume, vi sembra familiare, non vi state sbagliando. È il lago in cui il duo di viaggiatori nel tempo incontra un Leonardo da Vinci, intento a provare una delle sue nuove invenzioni. Parliamo ovviamente del famosissimo film “Non ci resta che piangere” con Roberto Benigni e Massimo Troisi, girato appunto proprio qui.

Prima di lasciarci, vogliamo scoprire insieme alcuni piatti tipici della cucina viterbese, che per ragioni storiche, culturali e geografiche riunisce i sapori della tradizione romana, umbra e toscana.

Tra le zuppe di questa zona sono da provare l’acquacotta, composta da pane raffermo, cicoria e mentuccia e la zuppa di castagne e ceci, servita spesso durante le sagre.

Vi sono poi i lombrichelli alla vitorchianese, spaghettoni al pomodoro o al sugo di selvaggina, gli gnocchi col ferro di Soriano nel Cimino, il cui nome deriva dall’uso di un ferro da calza durante la preparazione, le bertolacce, frittelle tipiche del carnevale, la sbroscia, una zuppa di pesce su pane raffermo e la pignattaccia, uno stufato cotto al forno. Per concludere in dolcezza, vanno assaggiati i tozzetti e il pangiallo, dolce tipico natalizio, con cacao, fichi e altra frutta secca.

La provincia di Viterbo è una zona molto attenta e preparata per chi è intollerante al glutine. Vi sono tanti ristoranti, pizzerie, pasticcerie che offrono ottime proposte glutenfree. Basta cercare sulla nostra App AIC Mobile!

Quindi … non ci resta che augurarvi un buon soggiorno nella Tuscia, una terra millenaria e dalla bellezza primitiva.